l'occhio di zorba
Tutte le foto pubblicate in questo blog sono di Luisa Siddi, tranne diversa indicazione in didascalia
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mercoledì 20 dicembre 2017
mercoledì 9 settembre 2015
martedì 11 agosto 2015
martedì 4 agosto 2015
Diario veronese
lunedì 13 luglio 2015
Confronti aggrottate
di
Luisa per S'umbra
Tutte le foto sono frutto di scatti collettivi della classe "Metamorfosi e grottesco" (Chiara Caredda, Giovanni Coraddu, Alessio Rundeddu, Simone Schirru, Giacomo Sitzia, assistente Stefania Arca) e non sono esposte nella mostra.
Un
anno lungo come un fiume, di anse, rapide, rupi, arcobaleni. E pesci
argentati a pelo d'acqua.
L'ultimo
anno della scuola di fotografia analogica S'umbra si è trovato alle
prese con metamorfosi e grottesco, mentre il grottesco impazzava, e
persiste a farlo, nel politico e nel privato. Mentre la metamorfosi
fatica a farsi accettare come condizione e il grottesco si rivela
una struttura.
sabato 24 gennaio 2015
venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 16 ottobre 2014
Tra vista e visione
Presentazione della Scuola di fotografia analogica e camera oscura
Qualunque cosa essa dia a vedere e quale che sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: ciò che noi vediamo non è lei”.
[Roland Barthes – La Camera Chiara]
[Roland Barthes – La Camera Chiara]
martedì 12 novembre 2013
venerdì 18 ottobre 2013
martedì 1 ottobre 2013
lunedì 12 agosto 2013
L'impossibile reciprocità - III e ultima parte
Siamo avidi consumatori di foto di
animali. Ora, seppure questo scritto di Berger non affronti
esplicitamente l'atto fotografico, ci offre una serie di
spunti interessanti. Perché guardare e addirittura fotografare gli
animali? Berger se lo chiede perché sostiene che, tra noi e gli
animali, esiste uno stretto abisso di non comprensione. C'è una
profonda scissione tra l'essere umano e il mondo naturale. Il nostro
porci non solo al vertice della catena alimentare, ma l'avida
predazione e distruzione di ogni risorsa del pianeta, non ci consola
di un'atavica nostalgia. “Con le loro vite parallele, gli animali
offrono all'essere umano una compagnia diversa da quella che può
essergli offerta da un altro essere umano. Diversa, perché è una
compagnia offerta alla solitudine dell'uomo come specie”.
Così è sempre stato? Sappiamo di no.
Berger si appoggia all'antropologia di Levi-Strauss, quando cita gli
indiani delle Hawaii. “Noi sappiamo che cosa fanno gli animali e
quali sono i bisogni del castoro, dell'orso, del salmone e delle
altre creature, perché un tempo i nostri uomini si sposavano con
loro e acquistavano questo sapere dalle loro mogli animali”.
domenica 28 luglio 2013
L'Impossibile reciprocità - II parte
Analizziamo la seconda versione di
“Questo non è una pipa”. Foucault ci dice che l'incertezza della
scritta, i grossi listelli di legno ci fanno pensare a una lavagna e
che l'equivoco provvisorio sarà presto dissolto in una polvere
bianca.
Ma questa è solo la prima delle
incertezze volontarie e per il momento la tralasciamo, perché ci
porta troppo facilmente alla labilità della memoria fotografica, di
cui parlavo all'inizio.
sabato 20 luglio 2013
L'Impossibile Reciprocità - I parte
Riporto la trascrizione di una
conferenza sulla fotografia, che ho tenuto alla Cittadella dei musei
di Cagliari, lo scorso dicembre. Non era rivolta a specialisti.
Quindi nulla di nuovo, ma un insieme di riflessioni che procedono a
tasselli successivi. Per non annoiare troppo, la pubblico a puntate.
martedì 2 luglio 2013
Laboratorio di foro stenopeico
Foto:John Fobes |
La
fotografia stenopeica è l'origine della fotografia.
Consiste
nel realizzare immagini estremamente suggestive attraverso un piccolo
foro praticato su una scatola. Sarà la luce a fare il resto e a
imprimere ciò che si trova all'esterno sulla carta fotografica o la
pellicola.
Utilizzando
mezzi semplici e materiali di recupero, i partecipanti potranno
realizzare da sé le proprie pinhole camera, macchine fotografiche a
foro stenopeico, in cui un piccolo foro sostituisce le lenti
dell'obiettivo.
giovedì 27 giugno 2013
giovedì 2 maggio 2013
Presto nelle vostre case!
Grafica: Lorenzo Pes |
Dico
quel che ho visto e credo;
e
a chi dirà che non ho visto quel che ho visto,
adesso
squarcerò la testa.
Antonin
Artaud
Avremmo
voluto raccontarvi la fine del mondo, l'abbiamo aspettata, senza
sperarci troppo.
Allora
abbiamo pensato di raccontarvi la fine di un modo.
Accade
di sbirciare dal buco della serratura, consapevoli di una
microscopica visione. Basta dirlo.
Accade
di spalancare la porta e di entrare nella scena. Ti diranno che la
tua visione è parziale, partigiana. Tu vedi quello che vedi. Una
resistenza di cui divieni parte, una città a cui tornare, chinandosi
sulle sue fratture, un popolo a cui volevi dare visibilità che ti
chiede gentilmente un nascondiglio, mostrandolo.
Il
potere dello sguardo ovunque. La fotografia cosa può fare?
A
parte la propaganda, s'intende.
Può
irrompere nella scena, pensiamo, dichiarare il suo punto di vista e
piantarla con il ruolo di testimone innocente. Nessuno è innocente.
Noi ancor meno.
Avvertenze:
se decidi di aprire la porta, diventerai parte di ciò che osservavi,
potrebbe accadere di tutto. Il vantaggio è che, tra le mani, non ti
resterà solo il rivolo di una rappresentazione.
www.fuoritema.it
mercoledì 10 aprile 2013
Funivie veloci
venerdì 22 marzo 2013
Trasloco
Questo lavoro è frutto di una collaborazione tra Luisa Siddi ed Erik Chevalier. Sono scatole da trasloco di ciò che vorremmo spedirci nel futuro.
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