Tutte le foto pubblicate in questo blog sono di Luisa Siddi, tranne diversa indicazione in didascalia

lunedì 2 luglio 2012

In corso d'opera







































Non sai mai cosa ti può capitare. E quando. E dove.

Metti che vai a dare un bacio a un'amica in un momento molto difficile e incontri altre amiche. Poi Pia ti racconta della libreria delle donne (si chiama centro di documentazione la tarantola, ma io sono all'antica), delle spese, delle difficoltà a proseguire, ma anche della voglia di provarci. “Ci siamo date tre mesi per decidere, in questi tre mesi organizzeremo di tutto”.
Così propongo un corso di fotografia, di autorapprentazione di genere. Una vecchia idea che ancora non avevo realizzato: lo sguardo maschile sulle donne. Quella sensazione che provi per strada, quando ti senti esposta, quando gli occhi altrui ti definiscono e... decidono se approvarti o meno. Solo che non sai cosa è meno peggio.
Arrivano in tante, il corso è gratis. Poi, alla fine, ognuna deciderà secondo ispirazione come sostenere l'attività del centro.
Come in tutti i miei corsi, si lavora su pellicola: niente spasmi per vedere subito cosa hai fotografato. Pensare prima di scattare, vedere dopo. Su reflex perché, per toglierci il malocchio, abbiamo bisogno della buona vecchia magia dello specchio riflesso.
Sono in tante e diversissime tra loro, so che non resteranno tutte fino alla fine. Quello che non so ancora (e non posso immaginare) è che chi resterà mi travolgerà in una nuova cosa.

Nella prima lezione, come in ogni atto magico, andiamo a rinforzare il soggetto che agisce. E poi avanti così per 5 passi, compreso un fuori programma filosofico di Pia.Mai vista una lezione di filosofia così: fischi e applausi a segnalare ogni passaggio.Mi ero ripromessa di non fare camera oscura, scansionare i negativi e stamparli in digitale. Vedo i primi scatti e capisco che la vicenda mi prenderà la mano. L'entusiasmo cresce, io so che quei lavori meritano visibilità. Alla fine della quinta lezione decidiamo di continuare a vederci. Non più col rapporto maestra e allieve, ma tutte insieme a costruirci come soggetto collettivo di azione artistica. E così nasce la collettiva Andaiola, con la sua mostra itinerante e (ebbene si!) con altre idee da realizzare. Stiamo dando gli ultimi ritocchi. A venerdì 6 luglio. Poi il cortile di casa mia riprenderà un aspetto quasi normale.
(foto: collettiva Andaiola)