Grafica: Lorenzo Pes |
Dico
quel che ho visto e credo;
e
a chi dirà che non ho visto quel che ho visto,
adesso
squarcerò la testa.
Antonin
Artaud
Avremmo
voluto raccontarvi la fine del mondo, l'abbiamo aspettata, senza
sperarci troppo.
Allora
abbiamo pensato di raccontarvi la fine di un modo.
Accade
di sbirciare dal buco della serratura, consapevoli di una
microscopica visione. Basta dirlo.
Accade
di spalancare la porta e di entrare nella scena. Ti diranno che la
tua visione è parziale, partigiana. Tu vedi quello che vedi. Una
resistenza di cui divieni parte, una città a cui tornare, chinandosi
sulle sue fratture, un popolo a cui volevi dare visibilità che ti
chiede gentilmente un nascondiglio, mostrandolo.
Il
potere dello sguardo ovunque. La fotografia cosa può fare?
A
parte la propaganda, s'intende.
Può
irrompere nella scena, pensiamo, dichiarare il suo punto di vista e
piantarla con il ruolo di testimone innocente. Nessuno è innocente.
Noi ancor meno.
Avvertenze:
se decidi di aprire la porta, diventerai parte di ciò che osservavi,
potrebbe accadere di tutto. Il vantaggio è che, tra le mani, non ti
resterà solo il rivolo di una rappresentazione.
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