Tutte le foto pubblicate in questo blog sono di Luisa Siddi, tranne diversa indicazione in didascalia

venerdì 6 luglio 2012

Rapsodia romanza



"Diffida di chi viene a mettere ordine"
Denis Diderot


adagetto andante

(con dedica esplicita allo sgombero del campo rom di cagliari)



L'ouverture è sommessa, come fosse un oboe di  Stravinskij


L'oboe è insidioso, seguirà dell'altro.
Non farti ingentilire dagli archi, arrivano troppo presto, quel loro gran dispiegamento insospettisce.
Le percussioni soggiaciono ad libitum. Puoi alzarti ora e lasciare il concerto, conosci la partitura, trita e ritrita, uno sguardo al libretto: l'ennesima esecuzione de “L'integrazione”. Questa volta ancora più pasticciata del solito- già noiosa di suo- perché diretta da un povero mentecatto di poco talento, con ben altri maestri alle spalle, che mai avrebbero voluto rischiare la carriera, dirigendo una sinfonia del genere e hanno trovato lo scemo del villaggio.




Lascio anch'io il concerto e la metafora musicale. E, anche se mi scoccia, divento prosaica.

Ho avuto la fortuna di essere stata invitata nelle loro case e non ci sono andata.

Ci sono entrata, non più invitata, quando loro sono stati portati via. 





Ho visto ciò che lasci, quando devi lasciare indietro e in fretta casa tua.
(Spero che non mi tocchi.)
La prossima è migliore, lo dicono tutti. i giornali.










Ai vigili urbani, arrivati dopo solo 15 minuti di scatti nel campo sgomberato, mi presento come giornalista. E mi vergogno.





La prossima casa e vita è:
-in 23 persone stipate in due case fatiscenti di un  paese che, secondo le voci grosse, proclama un progrom;
-in altre due centri urbani che non vogliono stare indietro;
-in un ex seminario, con orari di entrata e uscita e senza poter ricevere visite, nemmeno dei tuoi parenti.

Ti ricordi le percussioni che soggiaciono? Ci sono sempre, accompagnano il tempo della solidarietà:  “Se non prendi le case, ti portiamo via i bambini”. Ma non erano loro a rubare i bambini? Ah no, quel gran dispiegamento d'archi, ci avrei dovuto pensare.


Quindi si lascia il campo e si va a vivere nelle case, al tempo che- per altri-è di valzer.
E mentre si volteggia, c'è un contratto d'affitto di mille euro a nucleo familiare, per un tugurio in provincia e i fascisti che fanno le ronde. 
Il comune dice di pagare il primo anno o un po' di più, dopo si arrangiano, saranno integrati.





Il primo e l'ultimo movimento in una sinfonia, spesso, sono nella stessa tonalità. Spesso, non sempre. Potrebbe non essere l'oboe a chiudere , infatti  Stravinskij non lo ha fatto. Il contemporaneo è fatto di tanto. Chissà che non c'entri di nuovo la rivolta.