Lo dico subito: questo è un ricordo pubblico di una persona amata.

Bello come la volontà. Era la dedica che ti avevo scritto dietro questo ritratto. Hai sorriso compiaciuto.
A due anni da quando ho salutato il tuo corpo, sono passati 62 rulli di pellicola.
Il tuo compagno di stanza era un ragazzino cinese e tu avevi imparato a dire mela nella sua lingua. Lui era cieco per la chemio, io singhiozzavo (non era possibile fare altrimenti) raccogliendo le tue cose, lui non vedeva niente, non parlava italiano e stava zitto nel suo letto. Mi avevi chiesto di metterti l'orologio nell'albero della flebo, per guardare l'ora, ogni volta che eri cosciente.
L'ultimo ricordo: tu mi dicevi qualcosa che io non volevo capire. Mi hai anche perdonata, io non sapevo fosse necessario.
Il primo ricordo: io e te che correvamo all'aperto, su un battuto di cemento. Sono stati i miei primi punti di sutura. Ci sei stato anche per quelli a venire.
Sembravi un uomo d'ordine, ma quando i carabinieri sono venuti a cercarmi a casa, hai appoggiato il citofono e mi hai chiesto: "Sono i carabinieri, ci sei o non ci sei?".
Era il giorno della festa del papà. A ogni udienza, in prima fila, in piedi per ore, tra il pubblico. Non tra i giornalisti, come avresti potuto. Tra gli amici: le mie compagne e i miei compagni. Tu che avevi seguito la cronaca giudiziaria per tanti anni, mi avevi confidato che ti dispiaceva per "il peggior criminale quando si trova sul banco degli imputati". Poi su quel banco c'ero io.
Una volta ti ho registrato, mentre mi raccontavi della guerra, di te bambino tra gli sfollati, dei soldati che dopo l'8 settembre erano rimasti tra voi a costruire pentole dai rottami di un aereo. Io appassionata di resistenze collettive, tu che conoscevi la resistenza individuale.
Regalavi buone idee a chiunque te le chiedesse, eri un ricercatore d'idee che tenevi da parte per chi ne avesse bisogno.
La prima volta che ti ho sognato mi hai detto di non preoccuparmi che "di là" avevi un amico turco e avevate trovato un modo per coprirvi le spalle e riuscire ad andare a trovare i vostri cari.
Vale sta bene, ti pensa tutti i giorni, così mi ha detto.
Questi cieli improbabili ho iniziato a pensarli per te. Poi ci sono andati di mezzo frammenti delle tue poesie e dei bigliettini che ho trovato sulla tua scrivania. Mi son fatta prendere la mano, abbi ancora un po' di pazienza.